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Milano e la Psicologia dell’Abitare, cresce il mercato immobiliare

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L’innovazione nel campo delle costruzioni e, più precisamente dell’architettura, passa attraverso l’applicazione delle nuove conoscenze legate alla psicologia dell’abitare

 

Il boom immobiliare non si arresta

 

In questo periodo, nonostante lockdown e restrizioni che avrebbero fatto credere il contrario, il mondo delle costruzioni sta conoscendo una crescita rapida, specialmente a Milano.

Lo sviluppo immobiliare (compreso il recupero del patrimonio edilizio esistente), è infatti destinato a segnare una crescita in positivo nel prossimo decennio.

Si tratterà di una vera e propria rigenerazione urbana, che vedrà la nascita di nuovi progetti e importanti interventi di trasformazione di Milano, definita come “una città che guarda oltre l’anello della Circonvallazione, ormai non più una barriera ma un filtro sempre più permeabile”.

The Gate firmato da BIG-Bjarke Ingels Group come nuova porta di ingresso a CityLife, lo Scalo Ferroviario di Porta Romana parte del nuovo Polo Olimpico e il progetto di riqualificazione di Piazzale Loreto sono solo alcuni esempi.

Segnale concreto e incoraggiante per l’economia italiana nel suo complesso, questi progetti rivelano investimenti rilevanti da parte di fondi italiani ed esteri, confermando che, il settore edile, sarà un importante propulsore per altri comparti industriali a esso collegati.

 

Perché proprio Milano?

 

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Il capoluogo lombardo attira capitali privati sia per la certezza delle regole che per la velocità della sua burocrazia. Inoltre, ospita la metà delle multinazionali presenti in Italia e porta a casa ben il 10% del PIL nazionale.

Ecco il motivo del suo ruolo di capitale europea per investimenti. Secondo lo studio annuale del Chief Investment Office di UBS Global Wealth Management il giro d’affari milanese nel settore immobiliare è miliardario e primeggia con 13,1 mld di investimenti, seguito da Monaco con 10,8 mld, Amsterdam 10,2, Stoccolma 9,5, Dublino 9,1 e Madrid con 8,7 mld.

Tra le città meno a rischio della bolla a livello globale, da anni i valori degli immobili di Milano risultano solidi, al contrario di città come Monaco, Francoforte, Parigi e Amsterdam, come segnala l’Ubs Global Real Estate Bubble Index.

 

La vera innovazione parte dagli abitanti

 

In questo scenario roseo, occorre però sottolineare come, specie nell’ambito residenziale, il mondo delle costruzioni non abbia ancora compiuto un salto legato all’innovazione. Un cambiamento necessario per traghettarlo nel futuro.

Lo studio dei bisogni delle persone (utenti) è infatti indispensabile per costruire un’offerta di mercato che generi una crescita sostanziale, tenendo quindi in considerazione tanti aspetti diversi come psicologia e marketing, entrambe discipline che gli architetti devono fare proprie, attraverso lo studio della Psicologia dell’Abitare.

 

La Psicologia dell’Abitare

 

Di questo tema si sono occupati Tommaso Filighera e Alessandra Michelizzi, due studiosi che hanno raccolto approfondimenti e ricerche nel testo dal titolo: “Psicologia dell’abitare, Marketing, Architettura e Neuroscienze per lo sviluppo di nuovi modelli abitativi” edito da Franco Angeli.

Nato per assecondare la necessità di strutturare una vera e propria antropologia immobiliare, così come di una scienza dei sistemi abitativi o di una psicologia dell’abitare, il volume racchiude la risposta alla crescente importanza degli edifici e delle abitazioni nello sviluppo umano. Basti pensare, per esempio, al legame strettissimo che si crea tra casa e struttura familiare.

L’architettura e i luoghi che conosciamo, infatti, cambieranno per diventare parte di un sistema più vasto e ricco di relazioni e interdipendenze, come afferma l’architetto Maria Teresa Granato nel suo testo “La casa individuale come risposta dell’abitare”. A suo parere, l’abitazione ha da tempo cessato di essere un susseguirsi di stanze meticolosamente distribuite, diventando uno “spazio per abitare”. Uno luogo periferico, definito da fasce tecnologiche, funzionali e uno spazio manifestato come un grande vuoto “pronto per essere plasmato”.

La flessibilità spaziale utilizza così la progettazione facendola diventare una strategia progettuale sempre più spinta, per dare risposta alla domanda di modificabilità di stili di vita e di cambiamenti del nucleo familiare.

 

La psicologia dell’abitare nell’edilizia sociale

 

Mario Abadesse, CEO di Hines Italia, dichiara che ci sono sempre più investimenti immobiliari su edifici “sociali” come abitazioni per studenti e appartamenti in affitto.

Spazi ibridi, plasmabili e flessibili, di confine tra destinazioni d’uso apparentemente separate e distanti, tipologie edilizie che si reinventano facendo affidamento sui più recenti recenti cambiamenti sociali e culturali.

Il modello tradizionale di famiglia ha influito per decenni sul modo di concepire gli spazi domestici e le loro dinamiche, stravolti con prepotenza dell’arrivo della pandemia.

Lavoro e didattica a distanza hanno così provocato un repentino cambiamento delle abitazioni in luoghi ibridi (quelli del lavoro e della scuola) rispetto allo spazio domestico privato, intimo ed esclusivo di un tempo.

 

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La Psicologia dell’Abitare negli uffici

 

Allo stesso modo, gli uffici non sono ancora ritornati ad essere, specie per le grandi aziende, ciò che erano prima. Ma un segnale di cambiamento positivo è legato alla crescente attenzione verso le tematiche che favoriscono il benessere delle persone all’interno dello spazio.

Da una parte la biofilia, ovvero la presenza di verde ed elementi naturali indoor, l’armonia cognitiva e la neuro-architettura, che progetta luoghi grazie alle più recenti scoperte della neuroscienza.

La luce naturale e artificiale, l’uso del colore e l’atmosfera data dall’acustica e dalla qualità dell’aria completano le caratteristiche a cui la psicologia dell’abitare pone attenzione, insieme alla tecnologia e tutto ciò che definisce un edificio Smart (domotica, servizi e comfort).

La Psicologia dell’Abitare, dunque, sarà una disciplina che i progettisti di domani dovranno padroneggiare, per disegnare luoghi di lavoro e abitazioni “su misura”, partendo dalle esigenze e bisogni di chi li abiterà.