Un percorso alternativo per una visione differente del Fuorisalone 2024, ispirata dall’arte contemporanea. Se non avete colto gli indizi, ve li suggerisce Level in questa guida.
Come ogni anno, la Milano Design Week ha attratto professionisti, progettisti e curiosi da tutto il mondo che, per un’intera settimana, hanno vagato tra le strade, i cortili nascosti e le location più suggestive della città a caccia delle novità più interessanti e delle installazioni capaci di emozionare o far riflettere. Massimo Gianquitto, ceo di Level Office Landscape ed esperto di Arte Contemporanea, ha esplorato la città per il Fuorisalone 2024, analizzando le connessioni tra la disciplina del design e le espressioni artistiche più interessanti.
La prima degna di nota è stata la mostra al Museo della Permanente dal titolo “Opposites United: Intersections Beyond Boundaries”, un insieme di installazioni di vari artisti caratterizzate da giochi di luce, riflessi, video e musica. File rouge di tutte le opere è stato il coinvolgimento da parte del pubblico, invitato a immergersi al loro interno e, allo stesso tempo, il disorientamento innescato attraverso spazi bui, intermittenza delle luci e la riflettenza delle superfici. Effetti sicuramente figli dei tanti esperimenti condotti negli anni ’60 del gruppo ‘Light and space’ e della più nota Yayoi Kusama con le sue “Infinity room”.
La seconda tappa, il cortile di Palazzo Clerici dove si trovava l’installazione “The Art of Dreams”, ha concesso agli appassionati di arte contemporanea di riconoscere l’ispirazione di una delle serie più famose dell’artista argentino Tomás Saraceno, “Cloud Cities”. Si tratta di spettacolari strutture dove l’estetica espositiva si fonde con l’esperienza del fruitore che deve arrampicarsi, camminare, trovare il suo posto in questi spazi sospesi, immaginando nuovi ambienti in cui vivere e lavorare. Nel caso di Palazzo Clerici i visitatori erano invitati a cercare uno spazio alternativo dove riposare e rilassarsi, entrando così a far parte dell’opera d’arte.
Proseguendo, alla Statale di Milano un’installazione posta di fronte all’ingresso faceva ricordare la serie “Corridors” di Robert Irwin, artista recentemente scomparso, celebre per aver creati corridoi attraverso l’uso di screen in tela e la proiezione di luci artificiali e naturali, ma anche gabbie metalliche o setti in cartongesso, che stringendosi e poi allargandosi spaesavano le persone passo dopo passo, confondendo i loro limiti spaziali e facendo provare ora ansia ora rilassatezza.
Un altro bellissimo progetto sempre alla Statale è stato “The Amazing Walk” realizzato da Mad Studio, un chiaro riferimento all’artista Olafur Eliasson e alla sua opera “Yellow Fog” realizzata a Vienna e allo Studio Diller Scofindio + Renfro con “Blur building” nel 2002 in Svizzera. In entrambi i casi vi è la presenza di un’architettura materiale che, attraverso la nebbia e il vapore cerca di scomparire rendendosi invisibile. Nel caso del Fuorisalone, l’architettura diventava evanescente grazie al vapore ma, allo stesso tempo, l’osservatore era invitato ad attraversarla e a scomparire insieme a lei.
Infine, all’esposizione di Alcova, quest’anno ospitata alla villa Bagatti Valsecchi di Varedo in Brianza ha colpito il corridoio dei sotterranei illuminato da un led, ispirato dal grande maestro Lucio Fontana e dalle sue sculture luminose. Per creare nuovi spazi attraverso la luce e includere lo spettatore nell’opera facendogli vivere una vera esperienza artistica nei suoi “environment”.
Le esperienze che hanno unito arte e design al Fuorisalone 2024, dunque, hanno coinvolto in prima persona i fruitori che sono entrati direttamente a far parte dell’opera, modificandola e rendendola ogni volta unica grazie alla loro presenza. La voglia di far vivere nuove esperienze ai visitatori, troppo spesso annoiati dal ripetersi di eventi e situazioni già viste e riviste, ha permesso di mettere l’arte al servizio dell’architettura, disegnando paesaggi in equilibrio tra il fisico e l’effimero, che ben rappresentano la realtà che viviamo oggi sospesa tra mondo reale e digitale.