Cinema-e-Design-il-racconto-attraverso-l’arte-di-Dolor-y-gloria

Cinema e Design, il racconto attraverso l’arte di Dolor y gloria

 |  News

Dolor y Gloria, l’ultima pellicola di Pedro Almodovar, è un’inesauribile fonte di ispirazione per gli amanti di cinema e design

 

Pedro Almodovar ha da sempre affidato al binomio cinema e design un ruolo narrativo primario, come nel suo ultimo film Dolor y Gloria,  dove l’arte assume un ruolo narrante dai titoli di testo, alla scenografia, fino alla risoluzione della storia diventando il linguaggio espressivo che accompagna la costruzione visiva e narrativa delle scene del film.

Già dai titoli di apertura la scelta di un carattere tipografico lineare e monocromatico, incorniciato da disegni astratti di computer grafica che fluiscono in cromie intense e brillanti, anticipano la cura e l’attenzione verso l’elemento artistico, che introduce in modo raffinato e originale l’inizio della storia. Infatti, molte scene si svolgono all’interno della casa del protagonista Salvador, alter ego di Pedro Almodovar e le inquadrature degli interni, autobiografici come la sua sceneggiatura, sono in prevalenza statiche e regalano un punto di vista privilegiato sulla casa ricca di elementi di design. La dimensione domestica si trasforma in un piccolo museo privato dedicato alla bellezza, da contemplare in solitudine.

 

Cinema-e-Design-il-racconto-attraverso-l’arte-di-Dolor-y-gloria

 

In tutte le pellicole di Almodóvar la scelta dell’arredamento e degli oggetti che convivono con i protagonisti danno senso alle storie, unendo indissolubilmente le arti di cinema e design. Film dopo film il regista ha creato un’espressione visiva propria e riconoscibile, caratterizzata da un mix di stili pop e kitsch con colori potenti che si mescolano a pezzi di design. “Le decorazioni e gli oggetti kitsch servono a definire i miei personaggi e i miei gusti” ha svelato infatti in un’intervista e per ricercarle e metterle in scena lavora a stretto contatto con il direttore artistico Antxón Gómez, con cui ha collaborato, oltre che per Dolor y Gloria, in Tutto su mia madre, La mala educación, Parla con lei e Carne tremula.

 

Cinema-e-Design-il-racconto-attraverso-l’arte-di-Dolor-y-gloria

 

In questo film, anche se non si tratta di un’autobiografia, Almodóvar racconta la sua storia personale attraverso un viaggio al centro di sé stesso, facendo letteralmente entrare lo spettatore nella propria casa – o meglio, una riproduzione della sua abitazione di Madrid. Alcuni dei mobili che appaiono sono veramente suoi, come il cassettone di Fornasetti e la poltrona di Rietveld, seduta già utilizzata nella casa di Penélope Cruz nel film Gli abbracci spezzati, mentre in cucina si entra attraverso la porta a vetri di Patricia Urquiola, la stessa che possiede il regista. Sebbene non siano gli originali, tutti i dipinti che si vedono fanno parte della sua collezione privata.

Le scene si svolgono in un appartamento borghese con mobili e oggetti costosi e ben curati a cui viene dato il giusto risalto attraverso uno stile molto personale ed eclettico. L’immagine è sovraccarica di informazioni, ma la scena resta serena: c’è del colore, ma resta contenuto, così come lo è il film. Quella descritta è la casa di una persona matura che ha arredato gli ambienti in cui abita collezionando oggetti durante il corso della sua vita, attraverso gli oggetti viene espresso anche il tempo che passa.

 

Cinema-e-Design-il-racconto-attraverso-l’arte-di-Dolor-y-gloria

 

Un occhio ben allenato potrà individuare diversi pezzi iconici del design e dell’arredamento del XX secolo, come il tavolo Mexique di Charlotte Perriand per Cassina, un gabinetto a farfalla di Fornasetti, la lampada Eclisse disegnata da Vico Magistretti per Artemide, un comò in legno riciclato di Piet Hein Eek, l’orologio di George Nelson di  Vitra, la lampada Pipistrello di Gae Aulenti per Martinelli Luce, il vaso Buongiorno/Buonanotte di Fornasetti, le poltrone 637 Utrecht di Cassina. Tra gli oggetti anche un colorato tostapane Smeg in edizione limitata Dolce & Gabbana e diversi pezzi di Ettore Sottssass.

L’elemento artistico non è solo concreto e materico ma è presente anche nella sua forma astratta attraverso una collezione di libri dedicati a diverse discipline, dal cinema all’arte, dal design alla moda, che si intravedono esposti nelle librerie. Questi dettagli fanno intuire su un piano secondario, ma allo stesso tempo efficace, chi è il protagonista, la sua sensibilità e la sua passione artistica. Attraverso la scoperta e l’osservazione di questi particolari, fotogramma dopo fotogramma lo spettatore può costruire in modo sempre più definito il personaggio.

 

Cinema e Design il racconto attraverso l’arte di Dolor y gloria

 

L’arte resta il fil rouge del racconto fino alle scene finali. Nella parte conclusiva del film è proprio in una galleria d’arte popolare che il protagonista scopre in modo assolutamente casuale un acquerello che lo ritrae da bambino.

Questo episodio fa da collegamento inatteso tra l’uomo del presente e il bambino del passato, sbloccando una volta per tutte lo stato di malessere e depressione in cui era caduto, facendogli ritrovare la smarrita serenità e l’ispirazione che credeva ormai persa. Il potere dell’arte è spesso inaspettato, diventa terapeutico, anzi salvifico. Pedro Almodovar, combinando cinema e design, da sempre ne sostiene il ruolo di elemento essenziale e imprescindibile di una narrazione che, senza, risulterebbe incompleta.