Lo spazio e l’architettura con la loro capacità di ispirarci, così come i luoghi inaccessibili e remoti dove immergersi profondamente in uno stato di quiete e rilassatezza, sono elementi di grande interesse per delineare le prospettive future.
A sostenerlo il manifesto Next Design Perspectives, nato da uno studio commissionato da Altagamma alla società di ricerca internazionale WGSN e presentato lo scorso ottobre a Milano, occasione in cui la curatrice Paola Antonelli, aveva già anticipato le tematiche della mostra che dà il titolo alla XXII Triennale, “Broken Nature”. Visitabile dal 1 marzo al 1 settembre 2019, esplora il concetto di “Design ricostituente”, mettendo in luce progetti che reinterpretano il rapporto tra l’uomo e il contesto in cui esso vive, includendo ecosistemi sociali e naturali.
A confermare questo fermento le recenti manifestazioni e scioperi organizzati dagli studenti di tutto il mondo, per aprire gli occhi sulla vulnerabilità del nostro pianeta e ripensare le nostre vite all’insegna del rispetto della natura, per limitare i cambiamenti climatici attraverso azioni concrete e responsabili.
Anche il Museo di Storia Naturale di Milano, con un approccio scientifico differente da quello di Broken Nature, affronta la tematica del cambiamento climatico generato dall’uomo che, come precisa Luca Mercalli (Presidente della Società Metereologica Italiana) “non è un’ipotesi per il futuro, bensì un fenomeno già in atto”. “Capire il cambiamento climatico, Experience Exhibition” è un percorso narrativo ed esperienziale in cui i visitatori scoprono le cause e gli effetti attuali e futuri del riscaldamento globale, attraverso le fotografie di National Geographic e le nuove tecnologie digitali immersive e interattive.
Entrambe le mostre milanesi indagano in maniera approfondita i legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, profondamente compromessi nel corso degli anni e talvolta completamente distrutti. Broken Nature, si concentra su progetti di architettura e design, esplora il concetto di design capace di ri-costituire, mettendo in luce oggetti e strategie su diverse scale, mentre l’Experience Exhibition si concentra sugli elementi naturali, grazie all’ampia documentazione fotografica.
L’attenzione mediatica su questi temi, parte dal desiderio di ritrovare il nostro equilibrio a contatto con la natura, vivendo e lavorando, per sentirsi parte di una nuova “ecologia sociale”, un fenomeno teorizzato dal sociologo Maffesoli nel libro “Del Nomadismo”, un profetico testo del 2000 in cui sostiene come la pulsione all’erranza stimolerà l’uomo a riprendere il cammino avventuroso della vita e a tornare viaggiatore, riappropriandosi del contatto primitivo con il mondo.
Tutto questo come ha a che fare con i luoghi di lavoro? La scomparsa di limiti e confini sembra inarrestabile, così come la divisione netta tra ambito privato e professionale, non per niente l’Ufficio diffuso è già realtà e sarà la tematica analizzata dal Workplace 3.0 durante la settimana del Salone del Mobile 2019. Probabilmente in futuro non esisterà più l’ufficio come lo conosciamo oggi, ma andremo verso la tendenza naturale di creare habitat simbiotici con gli elementi naturali, dove la distinzione tra dentro e fuori scomparirà, impattando positivamente su benessere delle persone.
Per rendere tutto questo possibile, il ruolo delle imprese è quello di rispettare il pianeta e mettere in atto iniziative sociali per sensibilizzare su questa importante e quanto mai attuale tematica.